Pensieri e Riflessioni

Da una mail senza risposta

Poiché a quanto pare la mia Edvige tecnologica è andata a farsi un anno sabbatico e io spedisco mail che mai arrivano (vedi le vicende narrate in  Sara vs tecnologia  ) o che probabilmente non meritano alcun tipo di risposta, questa storiella, scritta per un sito che chiedeva storielle strane a tema natalizio, la considero di mia proprietà e ve la riporto!
Buona lettura! 
 
                                                   La porta aperta

Si era rilassata giusto un minuto, durante la pubblicità, e come sempre la stanchezza aveva preso il sopravvento e si era addormentata. Non voleva nemmeno vedere che ora fosse, spense la tv e andò dritta verso il bagno sperando di riuscire ad arrivare nel letto prima di svegliarsi completamente. Ci riuscì, non capitava sempre.
Il sogno di una nuotata tra pesci multicolore venne interrotto bruscamente da Tommaso che la stava scuotendo “Mamma, mamma svegliati c’è un signore che ti cerca!” Ancora immersa con la mente nelle placide acque di qualche paese tropicale, prese il telefono “pronto si, sono io, oh si ha risposto mio figlio, mi scusi. Certo! Mi faccia sapere l’indirizzo esatto ma non potrò essere lì prima di… 35 minuti tre quarti d’ora. Grazie, a dopo!”
“chi era mamma? Aveva una voce che faceva paura!” 
“Oh, tesoro, mi dispiace che ti sei spaventato, era il mio capo e non stava troppo bene, sarà stato per quello che ti è sembrato strano! Ora dobbiamo prepararci in fretta, ti devo portare a scuola e poi devo andare a lavorare! Su, forza, canaglia, a fare colazione!”
Esattamente come previsto, 35 minuti dopo si trovava al civico che le era stato indicato dal capo e quello che stava vedendo non le piaceva nemmeno un po’! La casa era al secondo piano di un palazzo quasi in centro città e, nonostante fosse solo il 1 dicembre, era già completamente addobbata per Natale. L’albero era addobbato e le lucine erano accese, sulla porta d’ingresso c’era una ghirlanda e alle finestre erano appesi babbi Natale di panno. Qualcosa nell’aria però non andava e il fatto che i vicini avessero chiamato la centrale, dava ulteriore credito a questa bruttissima sensazione. Fece un breve giro di tutte le stanze ma non vide nulla di strano, in quella casa sembrava vivere una sola persona e per di più parecchio avanti con l’età come dimostravano le medicine messe in ordine sul ripiano della credenza, e la presenza di un solo tris di piatti nel lavello. Però la porta era aperta e questo non prometteva nulla di buono, ecco perché avevano mandato lei. 
Stava per tornare giù dai colleghi che erano arrivati prima e che ora stavano battendo i denti appoggiati al cofano dell’auto di servizio, quando notò un dettaglio a cui non aveva fatto caso: la spina delle luci dell’albero di Natale non era inserita nella presa! Nessuna delle spine era inserita nella presa!
Eppure, l’albero era acceso come anche gli addobbi luminosi! Com’era possibile?
Provò il primo interruttore a portata di mano, una volta, due volte… Nulla. In quella casa mancava la corrente elettrica, eppure tutti gli elementi che andavano a corrente erano accesi: L’albero, il frigorifero, gli addobbi…
Si avvicinò cautamente all’albero, spostò qualche ramo per vedere meglio e quel che vide tra i rami la sconvolse non poco. 
In quel preciso istante entrò in casa una signora, evidentemente la proprietaria “Quindi lo ha visto anche lei? Io all’inizio mi ero spaventata e ho anche gridato (chissà cosa avranno pensato i miei vicini) ma poi ho capito e sono andata subito a cercare di evitare che accadesse. Lei cosa ci ha visto?”
“Io… Io… Io credo di aver appena visto il mio futuro, mio figlio… Mio figlio diventerà un astronauta, mio figlio Tommaso sarà il primo uomo a mettere piede su Marte! Ma lei cosa ha visto?”
“Vede, figliola, io oramai sono vecchia e non ho quasi più parenti in vita, almeno quelli a cui ho voluto bene in questi 90 anni, ma ho visto il mio primo e unico amore, che passava anche lui le giornate in solitudine pochi metri da qui, così sono andata a trovarlo anche se era presto, sapevo l’avrei trovato sveglio. Nella fretta ho lasciato la porta aperta, è questo che ha causato il vostro arrivo?”
“Si, signora, ma non si preoccupi, ora è tutto sistemato, ho ricevuto il più bel regalo della mia vita e non svelerò questo segreto a nessuno! Le auguro un buon Natale e piacevoli giornate assieme al suo amato”

Non so se ci sentiremo prima di capodanno, quindi AUGURI! Passate delle piacevoli feste, mangiate poco e sopratutto lavatevi spesso mani e viso specie dopo ave dato baci a destra e a manca! Vi preserva da beccarvi l’influenza!

Eventi · Pensieri e Riflessioni

La mia anima è morbida ma non è cicciona

Varie settimane fa mi era capitato di incrociare una persona alla quale bene o male ero legata. Non era vero e proprio affetto perché non conosco nulla di lui a parte il nome e qualche altro dettaglio dato dall’esperienza, ma in quei momenti non era davvero al massimo della sua forma, anzi, stava combattendo una delle battaglie più dure che i secoli moderni riservano alle persone. Stava davvero male.
Questo incontro, e i pensieri che ne sono scaturiti, proprio perché mi è rimasto addosso per vari giorni, mi ha fatto fare uno strano parallelismo: mi ha fatto pensare alla mia anima, o meglio, quella parte di tutti noi che custodisce e genera i sentimenti, come un pupazzo con le mie sembianze, ma fatto di un materiale molto simile al Memory foam, quel materiale che se appoggi la mano, sprofondi e la tua impronta rimane visibile per qualche istante anche dopo che l’hai sollevata.

Questo fatto di avere i pensieri che mi lasciano l’impronta per giorni, specie quelli che mi colpiscono con una certa forza, alle volte è un peso davvero pesante (scusate la ridondanza ma dovrebbe rendere l’idea) perché il fatto che mi ha colpito in quel momento, mi si ripresenta alla mente più e più volte nei giorni a seguire ed è accompagnato da tristezza, malinconia, preoccupazione, pensieri e riflessioni non sempre allegre, ecco…

Qualche settimana fa mia mamma ha incontrato la mamma di una persona che non posso definire cento amica, ma con la quale ho condiviso molti momenti negli anni di medie e liceo, la quale le ha raccontato di perso il marito da poco, dopo un intervento non urgente al cuore fatto proprio nell’ospedale che ha avuto quel grave problema con la macchina per la circolazione extracorporea, e la signora sperava con tutto il cuore che il marito non facesse parte dei possibili contagiati perché sarebbe stata troppo dura da sopportare.

Inutile che vi dica che anche in questo caso ci ho pensato per giorni! La devastazione che ti travolge in un caso come questo deve essere qualcosa di insostenibile e nemmeno elaborabile senza il supporto di uno specialista.

Un fatto di cronaca che potrebbe passare come tanti altri ma che mi si è appiccicato addosso generando pensieri e riflessioni alcuni dei quali non è il caso che riporti qui non tanto per il loro contenuto, ma proprio perché avrebbero bisogno di un discorso molto più ampio e  pieno di premesse e spiegazioni.

Oggi la mia anima ha una nuova impronta e stavolta è profonda e ci metterà un po’ a ristabilirsi perché a mio zio volevo bene! Non era un gran chiacchierone, era una persona schiva ma cocciuta, testarda ma dal cuore grande. Tra di noi c’era un sincero e tenero affetto, voglio ricordarlo come era nella foto più bella che avessi mai fatto e che gli ho poi regalato in formato poster, con la faccia rubizza davanti al suo “speo”!

Ciao Zio!

 

Cose di me · Pensieri e Riflessioni

Somme e catene

Io sono una che ride spesso di sé e fa in genere molte battute, smetto solo quando sto veramente veramente male. E anche in quella circostanza sono sicura che qualcosa sfugge…

In questi giorni sono probabilmente sotto scacco di una tempesta ormonale potente che si è sommata a problemi con il team di lavoro, con i pensieri per i regali di Natale e dei compleanni, con una questione di salute che mi ha causato danno e probabilmente anche con questo tempo meteo…

Fatto sta che è da domenica notte che ho le lacrime in tasca, piango copiosamente anche senza apparente motivo e sono nervosa, di quel tipo di nervoso che di solito definisco con “oggi mordo” ma che normalmente dura mezza giornata!

Qualche minuto fa stavo pensando a qualcosa per fare gli auguri di Natale o capodanno, come faccio ogni anno da quando son nata per la seconda volta.

Stavo riflettendo sulle cose che non ho mai fatto (e che mai farò), e su quelle che invece ho fatto, almeno una volta in vita.

Complice il fatto che oggi mi sono arrivate le foto dell’anno che ho mandato a stampare, e tra le quali avevo messo gli screenshot dei messaggi scambiati con L in riferimento al video di auguri di Natale dell’anno scorso, mi è tornato alla mente uno dei twit che ricordo sempre con piacere e che considero quasi un capolavoro di doppio senso (che però capiscono solo pochi eletti). Lo trovate qui sotto [io avevo messo il link ma a quanto pare lo inserisce, vedi a volte le sorprese!]

Queste due cose, la riflessione e le foto, si sono unite in una catena di pensieri che mi ha fatto quasi ridere da sola al pensiero di cosa avrebbe potuto passare per la testa se qualcuno l’avesse letto, quindi ho deciso che ve lo scrivo.

“Nel twit dicevo che solo donne mi hanno portato a letto, ma da qualche settimana non è più vera questa cosa! Qualche tempo fa infatti sono andata a letto con un uomo!

Eh si… [primo shock per chi mi conosce, immagino!]

Ebbene si! Sono andata a letto con mio padre!”

Questa battuta fatta tra me e me, mi ha messo un semino di speranza nel cuore, perché, penso, se riesco a pensare a battute significa che in fondo in fondo non sto ancora malissimo e c’è speranza che questo malessere psicologico passi!