Cose di me · Pensieri e Riflessioni

il nuovo anno

Auguri!! Buon 2019!

A te come è andato?
Io, se dovessi riassumere il mio 2018 in 3 parole sarebbero:
attesa
scrittura
inglese

Attesa, perché non c’è stato mese in cui non abbia atteso qualcosa che in quei momenti era importante: telefonate, pacchi, messaggi,
risposte, principalmente risposte. Ne ho attese tante, e troppo poche ne ho ricevute.

Scrittura, perché ho scritto, tantissimo! Ma anche letto molto.
Probabilmente se si potesse stampare ciò che la mia tastiera ha digitato negli ultimi 365 giorni si arriverebbe ad avere un tomo di 1000 pagine e forse più! Ho scritto di gioie, di dolori, semplici messaggi, storie, e filastrocche e ho risposto a centinaia di domande sui compiti.
Ho scritto mail, tantissime mail.
Però ho letto solamente 24 libri, a fronte dei 27 raggiunti negli ultimi anni. Probabilmente perché alcuni erano davvero lunghi ma anche perché mi sono fatta delle potenti dormite nella parte di giornata che dedico alla lettura! La vecchiaia è anche questo, a quanto dicono! E tutto sommato non mi dispiace così tanto!

In ultima, l’inglese. L’inglese è stato il leitmotiv dell’anno e lo sarà forse di più anche nel 2019. Ho letto molti articoli (ma buona parte li avevo già letti per la tesi), ho scritto in inglese per il mio paper (anche se oggi come oggi è ancora poco più di un abbozzo, ho scritto per prendere dimestichezza con la lingua), sono stata ad un corso d’inglese dove l’ho parlato, meravigliandomi di quanto poco fossi imbarazzata a parlare sgrammaticato, e invidiando gli studenti che hanno oggi la fortuna di studiarlo un quel modo!

E il 2019?
Non so cosa mi riserverà il 2019, ho pochi buoni propositi e uno di questi è in lista dall’anno scorso, e siccome dipende esclusivamente dalla mia volontà, probabilmente non troverà completamento nemmeno quest’anno.
Di certo mi preoccuperò per le persone a cui sono affezionata, l’ho sempre fatto e sempre lo farò perché fa parte di me!
Di certo, poi, sarà l’anno della pubblicazione del “mio” paper e già questo dovrebbe renderlo sufficientemente speciale.
Poi potrebbe succedere un’altra cosa, ma spero con tutto il cuore che non succeda, nel dubbio sto già cercando di prepararmi psicologicamente alla botta.
Altro per il momento non ho in programma.
Non chiedo sia bello, ho già avuto negli anni passati e non posso chiedere di più, però vorrei che almeno non fosse brutto.

Per te che leggi invece spero possa portare la realizzazione di un desiderio, sia esso piccolo o grande.
Ti auguro che ogni giorno ci sia qualcosa che ti faccia sorridere.
Ti auguro di riuscire a prenderti del tempo per te e di trovarne da donare alle persone a cui vuoi bene.
Ti auguro di poter trovare soddisfazione sul lavoro e nella vita.
Ti auguro di godere di buona salute.
Ti auguro un anno felice e sereno, di poterlo riguardare tra 365 giorni e non dover dire “per fortuna che è finito!”.

Pensieri e Riflessioni

Da una mail senza risposta

Poiché a quanto pare la mia Edvige tecnologica è andata a farsi un anno sabbatico e io spedisco mail che mai arrivano (vedi le vicende narrate in  Sara vs tecnologia  ) o che probabilmente non meritano alcun tipo di risposta, questa storiella, scritta per un sito che chiedeva storielle strane a tema natalizio, la considero di mia proprietà e ve la riporto!
Buona lettura! 
 
                                                   La porta aperta

Si era rilassata giusto un minuto, durante la pubblicità, e come sempre la stanchezza aveva preso il sopravvento e si era addormentata. Non voleva nemmeno vedere che ora fosse, spense la tv e andò dritta verso il bagno sperando di riuscire ad arrivare nel letto prima di svegliarsi completamente. Ci riuscì, non capitava sempre.
Il sogno di una nuotata tra pesci multicolore venne interrotto bruscamente da Tommaso che la stava scuotendo “Mamma, mamma svegliati c’è un signore che ti cerca!” Ancora immersa con la mente nelle placide acque di qualche paese tropicale, prese il telefono “pronto si, sono io, oh si ha risposto mio figlio, mi scusi. Certo! Mi faccia sapere l’indirizzo esatto ma non potrò essere lì prima di… 35 minuti tre quarti d’ora. Grazie, a dopo!”
“chi era mamma? Aveva una voce che faceva paura!” 
“Oh, tesoro, mi dispiace che ti sei spaventato, era il mio capo e non stava troppo bene, sarà stato per quello che ti è sembrato strano! Ora dobbiamo prepararci in fretta, ti devo portare a scuola e poi devo andare a lavorare! Su, forza, canaglia, a fare colazione!”
Esattamente come previsto, 35 minuti dopo si trovava al civico che le era stato indicato dal capo e quello che stava vedendo non le piaceva nemmeno un po’! La casa era al secondo piano di un palazzo quasi in centro città e, nonostante fosse solo il 1 dicembre, era già completamente addobbata per Natale. L’albero era addobbato e le lucine erano accese, sulla porta d’ingresso c’era una ghirlanda e alle finestre erano appesi babbi Natale di panno. Qualcosa nell’aria però non andava e il fatto che i vicini avessero chiamato la centrale, dava ulteriore credito a questa bruttissima sensazione. Fece un breve giro di tutte le stanze ma non vide nulla di strano, in quella casa sembrava vivere una sola persona e per di più parecchio avanti con l’età come dimostravano le medicine messe in ordine sul ripiano della credenza, e la presenza di un solo tris di piatti nel lavello. Però la porta era aperta e questo non prometteva nulla di buono, ecco perché avevano mandato lei. 
Stava per tornare giù dai colleghi che erano arrivati prima e che ora stavano battendo i denti appoggiati al cofano dell’auto di servizio, quando notò un dettaglio a cui non aveva fatto caso: la spina delle luci dell’albero di Natale non era inserita nella presa! Nessuna delle spine era inserita nella presa!
Eppure, l’albero era acceso come anche gli addobbi luminosi! Com’era possibile?
Provò il primo interruttore a portata di mano, una volta, due volte… Nulla. In quella casa mancava la corrente elettrica, eppure tutti gli elementi che andavano a corrente erano accesi: L’albero, il frigorifero, gli addobbi…
Si avvicinò cautamente all’albero, spostò qualche ramo per vedere meglio e quel che vide tra i rami la sconvolse non poco. 
In quel preciso istante entrò in casa una signora, evidentemente la proprietaria “Quindi lo ha visto anche lei? Io all’inizio mi ero spaventata e ho anche gridato (chissà cosa avranno pensato i miei vicini) ma poi ho capito e sono andata subito a cercare di evitare che accadesse. Lei cosa ci ha visto?”
“Io… Io… Io credo di aver appena visto il mio futuro, mio figlio… Mio figlio diventerà un astronauta, mio figlio Tommaso sarà il primo uomo a mettere piede su Marte! Ma lei cosa ha visto?”
“Vede, figliola, io oramai sono vecchia e non ho quasi più parenti in vita, almeno quelli a cui ho voluto bene in questi 90 anni, ma ho visto il mio primo e unico amore, che passava anche lui le giornate in solitudine pochi metri da qui, così sono andata a trovarlo anche se era presto, sapevo l’avrei trovato sveglio. Nella fretta ho lasciato la porta aperta, è questo che ha causato il vostro arrivo?”
“Si, signora, ma non si preoccupi, ora è tutto sistemato, ho ricevuto il più bel regalo della mia vita e non svelerò questo segreto a nessuno! Le auguro un buon Natale e piacevoli giornate assieme al suo amato”

Non so se ci sentiremo prima di capodanno, quindi AUGURI! Passate delle piacevoli feste, mangiate poco e sopratutto lavatevi spesso mani e viso specie dopo ave dato baci a destra e a manca! Vi preserva da beccarvi l’influenza!

Eventi · Pensieri e Riflessioni

La mia anima è morbida ma non è cicciona

Varie settimane fa mi era capitato di incrociare una persona alla quale bene o male ero legata. Non era vero e proprio affetto perché non conosco nulla di lui a parte il nome e qualche altro dettaglio dato dall’esperienza, ma in quei momenti non era davvero al massimo della sua forma, anzi, stava combattendo una delle battaglie più dure che i secoli moderni riservano alle persone. Stava davvero male.
Questo incontro, e i pensieri che ne sono scaturiti, proprio perché mi è rimasto addosso per vari giorni, mi ha fatto fare uno strano parallelismo: mi ha fatto pensare alla mia anima, o meglio, quella parte di tutti noi che custodisce e genera i sentimenti, come un pupazzo con le mie sembianze, ma fatto di un materiale molto simile al Memory foam, quel materiale che se appoggi la mano, sprofondi e la tua impronta rimane visibile per qualche istante anche dopo che l’hai sollevata.

Questo fatto di avere i pensieri che mi lasciano l’impronta per giorni, specie quelli che mi colpiscono con una certa forza, alle volte è un peso davvero pesante (scusate la ridondanza ma dovrebbe rendere l’idea) perché il fatto che mi ha colpito in quel momento, mi si ripresenta alla mente più e più volte nei giorni a seguire ed è accompagnato da tristezza, malinconia, preoccupazione, pensieri e riflessioni non sempre allegre, ecco…

Qualche settimana fa mia mamma ha incontrato la mamma di una persona che non posso definire cento amica, ma con la quale ho condiviso molti momenti negli anni di medie e liceo, la quale le ha raccontato di perso il marito da poco, dopo un intervento non urgente al cuore fatto proprio nell’ospedale che ha avuto quel grave problema con la macchina per la circolazione extracorporea, e la signora sperava con tutto il cuore che il marito non facesse parte dei possibili contagiati perché sarebbe stata troppo dura da sopportare.

Inutile che vi dica che anche in questo caso ci ho pensato per giorni! La devastazione che ti travolge in un caso come questo deve essere qualcosa di insostenibile e nemmeno elaborabile senza il supporto di uno specialista.

Un fatto di cronaca che potrebbe passare come tanti altri ma che mi si è appiccicato addosso generando pensieri e riflessioni alcuni dei quali non è il caso che riporti qui non tanto per il loro contenuto, ma proprio perché avrebbero bisogno di un discorso molto più ampio e  pieno di premesse e spiegazioni.

Oggi la mia anima ha una nuova impronta e stavolta è profonda e ci metterà un po’ a ristabilirsi perché a mio zio volevo bene! Non era un gran chiacchierone, era una persona schiva ma cocciuta, testarda ma dal cuore grande. Tra di noi c’era un sincero e tenero affetto, voglio ricordarlo come era nella foto più bella che avessi mai fatto e che gli ho poi regalato in formato poster, con la faccia rubizza davanti al suo “speo”!

Ciao Zio!