Pensieri e Riflessioni

Qualche perplessità e qualche riflessione, messe a casaccio

Dopo aver intimato lo stop a tutto quello che poteva essere fermato, ovviamente ora si sta cercando di allentare sta morsa.

Purtroppo però non viene chiaramente detto che non è perché il pericolo è passato, ma perché i danni all’economia sono già troppi e il sistema sanitario adesso riuscirà a far fronte ad un peggioramento anche più grave di quello che è stato.

In un Paese che vive di turismo, i danni alla categoria sono già immensi ma purtroppo non saranno in alcun modo risanabili perché le perdite continueranno ancora quantomeno fino a fine anno, sempre che sto coronavirus non sia come l’influenza stagionale che fa giri immensi per poi tornare!

Non credo che questa estate saranno molte le persone che avranno ancora ferie da parte per far vacanza o, se anche le hanno, avranno i soldi.
Non so nemmeno quanti potranno avere la voglia di andare in giro con la spada di Damocle di potersi ammalare o con la prospettiva di non poter vedere i musei, andare al ristorante, stare al mare.

Ormai ci esce dagli occhi che le uniche armi in nostro possesso al momento sono: il distanziamento sociale, la mascherina e la sanificazione, e io sinceramente mi domando se qualcuno ha valutato la possibilità che le spiagge diventino una bomba sanitaria in meno di un batter di ciglia.
Non parlo solo delle distanze di sicurezza, che sarebbero già difficili da far rispettare con la gente ferma nelle piazzole degli ombrelloni, ma proprio del mare, dell’acqua.
Credo che nessuno possa dire di non aver mai fatto pipì in mare, quindi siamo proprio sicuri che il virus non potrà circolare in acqua e entrare ovviamente in contatto con tutte le mucose possibili del corpo di decine di persone specialmente bambini e loro genitori?

Ho lasciato per ultima la questione della app perché ne sono davvero poco informata ma mi sorge una perplessità.
È quasi quotidiana la notizia di persone multate perché sono andate in giro anche se vincolate in quarantena obbligata perché positivi, allo scoccare delle zone rosse e lockdown ci sono state fughe di irresponsabili verso altre regioni, quindi mi chiedo quale utilità può avere una app del genere se è evidente come il sole che chi eventualmente dovesse stare a contatto con un positivo il tempo sufficiente per infettarsi, poi non starà di certo a casa perché si è dimostrato che il sapere di essere dispensatori di morte non ferma in nessun modo l’italiano in crisi da mancato movimento.
E chi sa di essere potenzialmente positivo non farà altro che “dimenticare” il cellulare a casa e come sempre accade nel Belpaese “fatta la legge trovato l’inganno” perché tanto “io non sto mica male, perché devo starmene a casa ad annoiarmi?/devo andare a lavorare/fare la spesa/fare jogging”. Ok, se lo fermano lo multano, ma prima e dopo avrà bellamente sparso virus come fossero coriandoli!
Dicono che servirà per scopo scientifico, per capire come si diffonde e che chi la ha avrà accesso assicurato ai tamponi. Mi sta bene ed è giusto, ma allora perché non usare dati già disponibili e aggregati anonimamente come gli spostamenti delle app di tracking dell’attività fisica? Provo a rispondere, forse perché nonostante mia mamma non metta il naso fuori da quasi due mesi, come me tra l’altro, la app contapassi dice che è arrivata più volte fino al distributore?
Credo che tutti i dati già disponibili, le analisi dei big data ad esempio delle ricerche on line, o le attività in entrata/uscita dai telefoni, siano più che sufficienti per qualunque studio scientifico sulla attività del virus.

La strada da percorrere a mio avviso è parecchio diversa: bisognerà prendersi carico di chi è un pericolo per la salute pubblica, ovvero chi è positivo (in base al tampone) e chi è in convalescenza perché non sappiamo quanto può essere infettivo. Entrambe queste categorie dovranno avere garantita una quarantena in luogo sicuro e non a casa propria.

Pensieri e Riflessioni

Cose belle

Altre volte, in momenti di forte tristezza, avevo l’abitudine di cercare tre cose belle della giornata, per tirarmi un po’ su, e vedere un po’ meno nero. Stranamente in questa quarantena, che quarantena non è ma non saprei come altro chiamarla dal momento che lockdown non mi piace, non ho mai sentito la necessità di farlo.

Oggi, però, di cose belle ne ho da raccontare e voglio farlo qui perché altro posto non ho e soprattutto perché sono un po’ personali e non mi va di coinvolgere qualcuno.

La prima cosa bella ha già un paio di giorni e riguarda mia zia, che si è scoperto che si è fatta la covid-19 quando ancora non si sapeva che potesse essere Covid-19. Ovviamente ne è uscita sana e salva. A 92 anni!

La seconda cosa è tutta mia e me ne vergogno quanto basta perché so che è sciocco, infantile e che insomma ho 40 anni e sto esagerando… Ieri ho mandato ad una persona delle foto di un fumetto che mi aveva fatto ridere e pensare. Così, tanto per condividere qualcosa di simpatico, e poi lo stesso fumetto lo ho anche messo come Stato su WhatsApp, per lo stesso motivo. Stamattina, guardando le visualizzazioni, scopro che lo ha visto anche la persona a cui l’avevo spedito per prima (quella per cui avevo in realtà fatto le foto). Notare: non ha mai visualizzato i miei stati, l’ha fatto stamattina all’alba, vedendo per giunta cose che aveva già visto! Se non è sfiga questa io non so! Non so come interpretare sta cosa, son sincera!

Altra cosa bella di oggi è che sono felice per aver dato a mia sorella un buon passatempo, per il quale mi ha ringraziato, cedendole le credenziali di accesso ad un videogioco che mi aveva regalato lei stessa quando sono stata dimessa. Fa piacere sapere di aver fatto una cosa gradita!

Finalmente, poi, il progetto più importante dopo la tesi è on line, o almeno ad un solo passo dalla disponibilità per tutto il mondo, e sono molto molto felice di ciò!

Comunque io non so voi ma a me non bastano le ore delle giornate. Sicuramente è perché passo molto più tempo in panciolle, ma non mi capacito del perché una sola ora di divano di più al pomeriggio, mi sembrino 2 ore in meno a disposizione nella giornata! Mah!

scoperte culinarie

Una lingua che non mi aspettavo

Da quando sono diventata grande, quindi più o meno da una ventina di anni, ho avuto modo di notare che il mio senso del gusto ha una marcia in più rispetto al normale.

Non ricordo episodi specifici ma spesso riesco a capire gli ingredienti di una pietanza o capisco la differente provenienza (marca) delle cose.

E questo senso del gusto molto sensibile, mi è rimasto così anche adesso che non mastico più e anzi, è quasi vitale ora, perché il gusto è tutto ciò che posso sentire, delle cose che metto in bocca.

Tutto sto preambolo per dirvi che il mio senso sopraffino, nel senso di sensibile, non di delicato, mi ha stupito anche ora agli arresti domiciliari.

Da anni (ho iniziato in ospedale) faccio colazione con the e biscotti e da più o meno lo stesso tempo, il the che bevo è di una marca costosa (4€ per 30 filtri, sarà costoso?) che compro in un negozio in centro. Cambio gusti ma la marca è sempre la stessa di the di Ceylon.

Le mie scorte sono verso la fine, quindi ho acquistato una confezione di the al supermercato con la prima spesa online che siamo riusciti a fare.

L’altra mattina la mamma me lo ha preparato ed è bastato che il primo sorso toccasse la lingua per capire che non fosse uno dei miei! Per carità, facile, perché hanno gusti non banali, ma subito dopo averlo assaggiato ho pensato “sembra carta infusa, foglie secche”. Lo berrò e mi ci abituerò e già oggi che l’ho lasciato un po’ meno in infusione, mi sembrava migliorato… Non c’è soluzione, anche perché ho il sospetto di averne inserita una confezione anche nella prossima spesa proprio perché ha pochi filtri! :/

Quindi, se siete di quelli a cui non piace il the posso dire con cognizione di causa che avete ragione, il the commerciale da supermercato non è per niente buono ed è comprensibile che non vi piaccia!
Non posso dire la marca o il negozio ma se vi interessa chiedetemelo e ve lo dico!

Aggiornamento: nella ultima spesa ritirata avevo inserito altre due confezioni di the perché temevo che 20 filtri non mi bastassero per arrivare alla spesa successiva, ma mi hanno sostituito le mie scelte con un the di un’altra marca e devo essere sincera, questo si che è molto buono! Ho quasi pensato fosse uno dei miei!!!

E come spesso mi succede… Dopo aver riflettuto o scritto su qualcosa, scopro qualcosa…
Tipo che il Covid-19 come primo segnale di infezione sembra avere la perdita di gusto e olfatto che in alcuni casi si protrae per settimane anche dopo la guarigione!
B E N I S S I M O! Finché sentirò il gusto del te potrò stare tranquilla!