Bullet journal (BuJo)

Progetto BuJo

Con l’anno nuovo inizierà anche la mia avventura con il BuJo. Non farò tutto quello che consigliano di fare nel manuale e non credo nemmeno che per il momento lo userò “al posto” della mia agenda, un po’ perché l’ho già comprata molto prima di pensare di fare un BuJo, e un po’ perché se proprio col BuJo non mi ci trovo, voglio comunque avere la mia comfort zone dell’agenda, già vissuta fino a quel momento.

Psicologicamente sembra una cosa molto utile ma mi da anche la possibilità di scrivere a mano a lungo, quindi, chissà, magari potrò fare l’allenamento necessario per tornare ad avere la scrittura che avevo quando studiavo e che mi piaceva tanto (ma che ho perso per scarso allenamento).

Spero anche possa permettermi di capire meglio alcuni sintomi e di fare un po’ di luce sulla mia mente e i miei comportamenti, visto che qui l’andare da uno specialista è molto più di un miraggio, e lo sarà almeno per un altro paio d’anni, se tanto mi da tanto…

Da giorni sto cercando un titolo per una raccolta che mi rappresenta molto, ovvero quelle cose e quegli eventi che per una qualche ragione “non vanno bene” e per i quali ci sto male, sia fisicamente sia, appunto psicologicamente.
Ad esempio: le protesi acustiche mi hanno sempre fatto male, non servono quasi a nulla e ogni volta che le tolgo mi sembra che mi strappino le orecchie perché stringono talmente che ho le piaghe. Nei giorni “no” ci piango sopra per ore.
Oppure il fatto che mia mamma mi aggiorni su notizie, whatsapp, eventi di famiglia mentre sono in gabinetto o mentre sto inzuppando i biscotti nella colazione. Queste cose durano si e no 10 minuti in un giorno intero. Sono “nullafacente” per tutto il resto del tempo della giornata, possibile che non possa aspettare o cambiare tempistica? Io ho capito che lei è sveglia da ore, ma io no, accidenti!

Pensavo a “Fastidi” o anche “Urti” ma non rende sufficientemente bene l’idea.
Potrebbe anche essere una frase a dire il vero, ma per ora non ho trovato nulla di adatto.

Ho già impostato il diario del mese, con errore perché ho scritto troppo ravvicinato, vedremo come va!

Cose di me · Pensieri e Riflessioni

Diventerò zia!

Diventerò zia! Quasi un miracolo perché molti fattori remavano contro questo evento così strabiliante!

Ci vorrà un bel po’ prima di riuscire a realizzare sul serio questa cosa.
Per il momento sono abbastanza impazzita, vorrei farle mille domande ma non posso. A molte mi ha già risposto inconsapevolmente e ne sono felicissima!

Non potrò “vivere” da vicino questa gravidanza e mi perderò l’esperienza di mia sorella, ma già il fatto di sapere che diventerò zia mi riempie di felicità

…ma anche di preoccupazione!

Tante cose che si affastellano in testa senza capo né coda, a volte un po’ tristi, ma più spesso esaltanti!

Quale mondo vivrà la sua generazione? Verranno chiamati di sicuro la generazione post-pandemia e chissà se saranno di più o di meno degli appartenenti alle altre “generazioni”! Chissà che mondo troveranno! Che scuole avranno!

Chissà di cosa si nutrirà, visto che la madre da piccola, odiava le verdure e si nutriva di pastasciutta, mentre ora si nutre di zuppe e yogurt e non digerisce la carne (e non perché è incinta) e il padre non ha mai amato la carne! Chissà quante lingue parlerà. Chissà se sarà un buon bambino, tranquillo e pacioso o se per la leggere del contrappasso sarà uno scavezzacollo.

Chissà…

libri · Pensieri e Riflessioni

Non vi sopporto più!

No, non sto parlando di voi lettori! Sto parlando di alcune parole che hanno il potere di farmi diventare antipatico chi le usa o mi fanno alzare gli occhi al cielo quando le trovo perché non riesco a capire cosa vogliono dire.

La prima in assoluto, quella che sta sul podio, e non solo da quest’anno, è resilienza! Vi giuro, mi viene l’orticaria ogni volta che la leggo o la sento! Per me è e resterà, un termine tecnico dell’ecologia che indica la capacità di un ecosistema, quindi di un gruppo di individui appartenenti a varie specie animali e vegetali, di riprendersi e assumere nuovi equilibri, dopo un evento che ha perturbato il climax (configurazione e maturazione) raggiunto e non la capacità di resistere, come viene invece spesso usata, quasi fosse sinonimo aulico di resistenza! Negli ecosistemi non c’è nulla che resiste, l’ecosistema si piega, soccombe sotto il peso della perturbazione, solo che poi trova nuove strade e nuovi equilibri per continuare a vivere e non è detto che abbia gli stessi elementi di prima, anzi! Quando la usano come sinonimo di resistenza o della capacità di incassare gli eventi normali della vita delle singole persone, a me scoppia la testa! Il vero significato non è attribuibile ad un singolo ma deve prendere in considerazione il suo intorno, il suo ecosistema! L’Italia può essere resiliente, una città può esserlo, una singola persona no! La singola persona può essere re si sten te!

Le altre due parole a dire il vero, sono usate solo nei libri e penso che mai nessuno le abbia pronunciate sul serio in una frase, anzi vi dirò di più, secondo me nessuno, nemmeno chi le traduce o le scrive nel proprio libro, sa bene quale sia il loro vero significato! Sono diventate quasi una tradizione quando si deve descrivere qualcuno si usano dinoccolato e allampanato! Che fastidio!

Dinoccolato a me fa venire in mente i movimenti dei pupi siciliani, delle marionette, con le articolazioni tutte libere e non ho mai visto nessuno, nemmeno per strada, che si muovesse così!

Allampanato a me fa venire in mente una persona alla fine di una corsa o dopo che è rimasta a lungo in un ambiente molto caldo, quindi faccia sudaticcia, colorito rosso…

e invece allampanato significa magro, macilento (e anche qui, di magri e macilenti conosco solo una persona anoressica e il mio prof di pedologia che non concepiva il perdere tempo per mangiare)

Con dinoccolato ci sono andata più vicino ma sinceramente non è che si vede gente con andatura dondolante così spesso…